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DANNO DA OCCUPAZIONE SENZA TITOLO DI IMMOBILE

Le Sezioni Unite Civili sono state chiamate a dirimere un contrasto giurisprudenziale di particolare importanza in merito al danno da occupazione sine titulo di immobile da parte di un terzo. Le SS.UU. si sono soffermate, in particolare su due tesi.

La tesi del danno in re ipsa (a cui si ispira soprattutto la Seconda Sezione Civile) è debitrice della concezione normativa, elaborata dalla dottrina tedesca, secondo cui l’oggetto del danno coincide con il contenuto del diritto violato, da cui l’esistenza del pregiudizio per il sol fatto della violazione del diritto medesimo. Il danno è in re ipsa perché appunto immanente alla violazione del diritto.

L’orientamento opposto (quello della Terza Sezione Civile) è invece ispirato dalla teoria causale del danno, secondo cui il pregiudizio risarcibile non è dato dalla lesione della situazione giuridica, ma dal danno conseguenza derivato dall’evento di danno corrispondente alla detta lesione.

Le Sezioni Unite Civili, decidendo sulla questione, hanno affermato che il fatto costitutivo del diritto del proprietario al risarcimento del danno da perdita subita è rappresentato dalla concreta possibilità di esercizio del diritto di godimento, diretto o indiretto mediante concessione del godimento ad altri dietro corrispettivo, che è andata perduta.

Secondo le SS.UU. se il danno da perdita subita, di cui il proprietario chieda il risarcimento, non può essere provato nel suo preciso ammontare, esso è liquidato dal giudice con valutazione equitativa, se del caso mediante il parametro del canone locativo di mercato.

Le Sezioni Unite hanno statuito altresì che il fatto costitutivo del diritto del proprietario al risarcimento del danno da mancato guadagno è lo specifico pregiudizio subito, quale quello che, in mancanza dell’occupazione, egli avrebbe concesso il bene in godimento ad altri verso un corrispettivo superiore al canone locativo di mercato o lo avrebbe venduto ad un prezzo più conveniente di quello di mercato.

Cassazzione Civile, SS.UU. sentenza n. 33645 del 15/11/2022

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